Non è uno Star Wars per vecchi (contiene spoiler)

Fulvio Romanin
5 min readDec 19, 2017

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Sono in auto con papà, è il 1977 e io sono il seienne più felice della galassia. Saliamo lungo le curve della via Panoramica, a Roma, e le sue anse ci sembrano i movimenti eleganti e spericolati di un X-Wing: il film, il primo Star Wars, ci ha proiettato in un universo fantastico, metà fiaba e metà scienza, e siamo tutti e due con la testa in orbita. Quando uno scimunito ci tampona, piano, al semaforo, in cima alla via, a noi non importa: l’impero è stato sconfitto. Siamo felici.

uno dei momenti migliori del film.

Sono passati quarant’anni da quel momento, e mi reco a vedere l’ennesimo episodio successivo a tale capolavoro con poche aspettative: Episode 7 aveva generato in me parte del primitivo entusiasmo, salvo poi, uscito dal cinema, rimodellarsi in un sapore amarognolo per l’eccessivo fanservice: i fan si aspettano di vedere questo e quello, diamogli questo e quello. Un intero film di strizzate d’occhio. Improvvisamente, se era sopravvissuto indenne a tutta la nuova, brutta trilogia (perché diciamocelo, era bruttarella assaje) Star Wars saltava lo squalo: tutto bello, grazie, ma non so se ho voglia di vederne un altro. Quante volte puoi riscaldare la stessa vecchia zuppa degli anni ‘70?

È con queste premesse che mi accingo a vedere il nuovo episodio, accompagnato da “un plotone di anziani nerd” (in realtà ben più giovani di me) e da quella che, quarant’anni dopo, è mia moglie.

Cominciamo dai contro:

- eccessiva lunghezza. La narrazione lo richiede, ma oggettivamente quando il cinema si illumina per l’intervallo io penso “AH MA COME, ANCORA UN TEMPO? DAI FATE UN ALTRO FILM CHE VOGLIO ANDARE A CASA”. Al netto degli effetti speciali (pacificamente) mirabolanti ogni tanto i dialoghi non solo si immelensiscono, o cercano battute ad ogni costo (cosa ben più fastidiosa, a dirla tutta, ereditata da certa Marvel) ma semplicemente sono di troppo. Fuori c’è un cannone enorme pronto a spazzare via la ribellione, e Leia e Luke parlano pacati dell’acconciatura di lei. Massù, eh — e che è, un fumetto Marvel?

- i nuovi personaggi non reggono il confronto con i vecchi. Finn è inutile, Rei è espressiva e provoca empatia come un ghiacciaio che galleggi nella banchisa, in crescita Poe Dameron, che almeno ci mette grinta, benino Kylo Ren con la sua faccia da cantautore Folk Rock, forse il migliore resta Benicio Del Toro con la sua riuscitissima comparsata. Snook è patetico, sembra Gollum dopo essere stato dal chirurgo estetico di Donatella Versace.

- troppe, troppe, troppe strizzate d’occhio al futuro merchandise: è un film pieno di animaletti pucciosi e coccolosi da comprare ai bimbi (ok i paperotti, bene la supermucca, così così il cane da corsa, NO i miei minipony di cristallo) che servono all’effetto comico (il paperotto che guarda Chewbacca che sta per mangiare un pollo ha la MEDESIMA espressione del gatto con gli stivali di Shrek). Per la prima volta (che io mi ricordi, ma potrei sbagliare) si vede il logo della ribellione. HELLO MERCHANDISE.

I pro invece:

visivamente è sontuoso, come descritto nel paragrafo #graziarcazzo. Il combattimento finale tra Luke e Kylo è un Rashomon riscritto, la distruzione dell’incrociatore finale è mozzafiato nel suo citare Akira; il lavoro su Carrie Fisher — morta ben prima di girare questa parte — è monumentale. La città casinò è bellissima ed in generale il livello di dettaglio visivo è spasmodico. Il finale con il bambino che guarda le stelle con la scopa a mò di spada laser e l’anello della ribellione è “puro Disney”, per citare moglie™.

La trama non è priva di qualche colpo di scena di buon livello: nel momento in cui Luke Skywalker butta dietro di sé la light saber mezzo cinema cade in stato di shock, e nonostante qualche passaggio telefonato (“amore” faccio a mia moglie verso metà film “questo è il film in cui muore Luke Skywalker”. Traac) in generale la trama al netto delle lungaggini è più che godibile. Anche se troppo alla ricerca della strizzata d’occhio si lascia guardare con piacere.

Salvo Rei, i personaggi femminili sono sicuramente i più interessanti del film. Non che in Star Wars le donne fossero mai completamente damsels in distress ma è comunque una nota gradita.

Il punto nodale del film, a livello concettuale, è il momento in cui Kylo e Rei si affrontano di fronte a Snook tagliato a mò di carota. In una frase lui riassume il film: “andiamocene io e te, lasciamo che muoiano gli Jedi, muoiano i Sith e facciamo qualcosa di completamente nuovo”. Ecco, il perno del film è questa frase: il film a più riprese si presenta come irriverente verso la vecchia legacy dei precedenti film, e scalpita per diventare altro. Per fortuna, direi, peraltro: vedere i vecchi protagonisti ridotti a mò dei Nomadi mi avrebbe raso al suolo. No, i protagonisti nuovi non reggono nemmeno un po’ il confronto con loro, ma come ha saggiamente osservato qualcuno, non è un film pensato per la mia generazione.

Mettiamola così: se c’è un lato positivo che ascrivo a questa nuova trilogia è che cerca di ottenere un risultato difficilissimo quale “pensionare” i vecchi personaggi mantenendo la legacy. Con Han Solo nel precedente film aveva ciccato, con Luke Skywalker ci riesce abbastanza bene. Alla domanda “ok, ma allora non era meglio fare un’altra serie?” potrei rispondere “DISNEY” con la stessa intonazione con cui lo farebbe Darth Vader, ma mi limiterò a dire che l’operazione — discutibile, ma economicamente condivisibile— di perpetuare la legacy viene fatta sicuramente con relativo gusto.

Di nuovo: non è un film per la mia generazione. Per metà tempo mi sono divertito, per l’altra metà ho provato un certo qual imbarazzo, come vedere mio nonno vestito da adolescente hip hop. Ma lo scopo di questo film è portare la legacy oltre la generazione dei vecchi scoreggioni nerd come noi.

In linea generale, se dovessi essere sincero, l’idea migliore sarebbe stata che l’intera saga fosse finita con “il ritorno dello jedi”. SICURAMENTE posso mettere questo film più in alto della terribile, sciagurata “prima trilogia” (Feat. hayden “legnoso” christensen e — ricordiamolo — JAR JAR BINKS, la creatura più odiata della storia del cinema) e anche più in alto di Episode 7. Vorrò rivederlo? Onesto, non lo so.

Beatrice ed io saliamo in auto, e ci dirigiamo verso casa. Dal cinema di Pradamano imbocchiamo la tangenziale in direzione nord e ci perdiamo tra le sue anse illuminate appena. Dopo un minuto ci guardiamo: “ma anche a te sembra di stare volando su un’astronave?”
“sì” ridacchia lei “sì. Stavo per dirtelo io”.
Dannato Star Wars, dopo quarant’anni me l’hai fatta ancora.

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Fulvio Romanin
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Written by Fulvio Romanin

Ensoul CEO, old school bboy, part time essayist and novelist. A curious soul overall.

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