Il nuovo sito di Ensoul o del tagliare la fuffa con le cesoie da giardiniere

Fulvio Romanin
6 min readOct 15, 2018

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È difficilissimo avere qualcosa di originale da dire, lo sappiamo: avere qualcosa di proprio da dire è la missione di una vita. Avete presente quelle situazioni in cui vi svegliate alle tre del mattino con l’IDEA GENIALISSIMAOMMAMMACHEFFIGATA per diventare ricchissimo che se poi fai una ricerca su Google c’è già una multinazionale cinese che fattura già 300 milioni di euro con la tua idea originale? Ecco.

Ancora peggio: io vivo nel magico mondo delle aziende che — a qualche titolo — si occupano di comunicazione. Noi di Ensoul per la verità siamo degli sviluppatori web molto verticali: “un’agenzia a 4 gradi” come amiamo dire, e non a 360 come altri si propongono, spesso con fin troppa ambizione. Facciamo poco, lo facciamo molto bene.

E, come tutti, ci dibattiamo nel mare magno della fuffologia: il magico mondo di “SIAMO L’AZIENDA PIU’ FIGA DEL MONDO GLI ALTRI FANNO SCHIFO ALLORA GUARDA”. E da lì in poi è ripida la discesa nel baratro. Testi incomprensibili scritti in fuffese dove alla fine di tre paragrafi non hai capito nemmeno di cosa si stia parlando, foto sfocate del capannone, orrende descrizioni dei componenti del team (“Annabella è la nostra graphic designer, ha l’hobby della tassidermia e durante le riunioni ama disegnare pentacoli, tatuare cani ed urlare al telefono”) che sono un po’ come quando tua mamma fa vedere le tue foto di bimbo alle amiche e tu vorresti scappare in Laos dalla vergogna.
E ripeto: noi non è che siamo chissà chi o possiamo fare gli spocchiosi: siamo un’azienda di piccole dimensioni, e nessuno di noi ha vinto il Nobel.

Però, dove non arriva il genio, può forse arrivare l’ironia.

Non sono un fan sfegatato dello stile brutalista. Il brutalismo è uno stile che scimmiotta i primi anni dell’internets, le gif ingenue ed i primi template brillantinati di MySpace. Se pensate che sia una tendenza elitarista, potreste essere sorpresi nello scoprire che ad esempio Balenciaga ha recentemente rifatto il suo sito con questo trend. Il suo sito istituzionale, non una paginetta provocatoria per ridere. Brutalismo che rischia, da par suo, di diventare l’ALTRO standard per designer e architetti: “se non è helvetica, brutalismo sia”.

A noi interessava dare uno stacco netto dalla noia: il nostro attuale sito corporate è carino ma, come tutti i siti di settore, un posto che vedi volentieri una volta, fai sì sì figo figo e poi ti metti a fare altro.

L’idea di fondo non è quella di passare da un cliché ad un altro cliché ma di riconsiderare la comunicazione del sito istituzionale tout court.

Chi è la buyer persona di Ensoul?
Vuoto per pieno, finché non diventiamo una CLAMOROSA MULTINAZIONALE (come da Open Graph di Facebook) piena di commerciali in giacca e cravatta, è gente che in qualche modo conosce me, Fulvio Romanin, e sa che faccio cose™, che scrivo libri, e che seguo progetti originali. Ed è un po’ un controsenso che io mi presenti come una persona che fa progetti originali e poi all’atto pratico la mia comunicazione sia quella di uno studio di ingegneria.

Anche in Italia, vivaddio, il digitale si sta evolvendo: la richiesta di siti CHISIAMOCOSAFACCIAMOINOSTRIPRODOTTI è sempre florida e presente, e a volte anche onestamente pagata. È anche vero che a fronte di progetti più ambiziosi, un progetto deve essere realizzato e pensato da subito come scalabile: lo faccio ora, tra quattro anni sarà ancora in piedi senza sembrare il Castello Errante di Howl.

“ma chi ha fatto questa parte del sito?” “boh, qualcuno che non conosco, anni fa” “c’è una documentazione?” “no” “apposto”.

Mia moglie ha lavorato per cinque anni come project manager in una multinazionale, dove non c’era la segretaria che ti chiamava per chiedere di cambiare una immagine una volta al mese, ma un’infrastruttura dove ogni giorno arrivavano decine di richieste. Per questo, pur mantenendo il nostro core business saldo nel WordPress development, siamo passati ad un sistema di sviluppo del medesimo completamente diverso, cambiandone strutture e modalità di lavoro. Non vi annoio oltre sull’argomento — se volete contattatemi — ma è un bel cambio di pianeta.

Pane al pane e vino al vino: una delle cose più difficili del diventare azienda — da freelance che ero — è capire che azienda è un’altra cosa, e ha dei costi smisuratamente più grandi. “L’elefante mangia due quintali di fieno al giorno”, diceva il padre di una mia brillante cliente. Ed un progetto di creazione di queste infrastrutture richiede mesi.

Nel documento di benvenuto che diamo a chi ci accetti un preventivo, spieghiamo passo passo che quel magico mondo di “OK ECCO LA GRAFICA NO LA DEVE VEDERE MIO CUGGINO CHE HA UNA LAUREA IN IDRAULICA MA NE SA ECCO NO IL LOGO DENTRO IL FILE DOC ASPETTA ORA SPOSTIAMO INTERNET A SINISTRA” porta via mesi. Ed è giusto chiarirlo da subito.

Vi confesso: sono arrivato in quella fase della mia vita dove voglio scegliere i clienti. Non voglio trascorrere mesi a guardia di progetti strampalati o noiosi. Ed è giusto prepararli al fatto che un lavoro di questo tipo è un paletto di frassino nel magico mondo del MI SERVE PER IERI.

Poi i nomi grossi ce li metti, per chi non abbia senso dell’ironia, perché al netto del tone of voice, il pedigree c’è : per questo c’è anche un bellissimo link al sito pettinato in fondo. Così come la parte del VR, che è uno dei nostri punti di differenza dai concorrenti (per nerd: tutta la parte di sviluppo WebGL che ci ha portato a Londra invitati da Google) è liquidata sbrigativamente come “la roba degli occhialini”.

Per il finale un paio di fuochi d’artificio: il tasto DONA con PayPal (nota bene: ho chiesto al commercialista, si può fare pur di emettere ricevuta con IVA) e, in minutissimo, “questo sito non è responsive, il responsive è una menzogna dei poteri forti” — per la verità, con poca cura, ma il sito è responsive, anche se all’epoca dalla quale trae ispirazione non esisteva nessun responsive ma solo siti larghi 1024 pixel e oltre quello le colonne d’ercole.

Un bellissimo “made with Flash MX Trial Version” scontornato male apposta è una chicca per estimatori, come il fatto che, per Wappalyzer, l’estensione di Chrome che fa vedere con cosa è fatto un sito, questo risulti fatto con Microsoft Frontpage 6, la cui ultima versione è del 2003 — in realtà è una pagina statica fatta a manina santa dallo scrivente, e con le gif animate di Giphy.

Detto questo: finiremo su awwwards come sito del mese? Dimentichiamocelo: il nostro sogno nerd è ben lontano dal compiersi.

Però c’è un progetto diverso in mente: ed è quello di svecchiare la comunicazione di una azienda che di per sé si propone come innovativa, e quello di avere una landing page “furba” che cambi di quando in quando, in maniera divertente e non autoreferenziale, come nel 2013 feci già con la provocazione di Sitowebgratuito. E di quando in quando, porre l’attenzione non su di noi come noiosa, fuffosa vanità ma condividendo, divertendoci, quella che è una delle cose che ci rende felici ed orgogliosi nella nostra vita: il nostro lavoro.

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Fulvio Romanin
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Written by Fulvio Romanin

Ensoul CEO, old school bboy, part time essayist and novelist. A curious soul overall.

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